GIULIETTA MASINA racconta gli anni ’90

DI GIULIETTA MASINA, attrice

Roma, il Cinema ed Io… (appunti di lavoro)  a  cura di Sergio Illuminato, edito nel 1993 dal Quotidiano Paese Sera. Interviste alle principali personalità del mondo del cinema che restituiscono uno spaccato della società degli anni ’90.

Non sono romana, sono nativa di Bologna di S. Giorgio di Piano, ero piccolissima quando la mia famiglia si è trasferita a Roma e tutti i miei studi fino all’università li ho fatti qui, mi sento quindi romana di adozione.
Il primo incontro con Cinecittà è avvenuto durante il periodo del Teatro Ateneo dell’Università. In quell’occasione alcune di noi giovani attrici furono invitate a fare un provino per il film “Ore 9 lezione di chimica”, con Alida Valli come protagonista. Andammo a fare questo provino, sto parlando del ’42 anzi del ’41, il regista era Mario Mattoli.

Eravamo cento-cinquanta giovanette truccate, pettinate e vestite a secondo del ruolo che il fisico rendeva congeniale. Nella pausa ci mandarono a mangiare al ristorante di Cinecittà; ricordo con emozione che stavano girando “Jolanda, la figlia del Corsaro Nero” con Nino Crisman e Carla Candiani: c’erano attori che io avevo già visto in molti film e non mi trattenni dal chiedere un autografo. Feci il provino e.… fui scartata.

Nonostante il primo incontro con il cinema si fosse risolto con un rifiuto, in seguito la sorte mi avrebbe portato in vari teatri di posa. Per me il più bello studio di Roma era la Safa Palatina; i suoi teatri non saranno stati fastosi, immensi come quelli di Cinecittà, ma in compenso godevano di una vista eccezionale: le Terme di Caracalla, il Palatino; si accedeva all’ingresso attraversando una delle piazze più belle di Roma dove c’era la chiesa di San Giovanni e Paolo.

Ho ancora la sensazione dell’odore delle roselline che si avvolgevano sui ruderi e mandavano un profumo straordinario, e poi i glicini…Nel periodo dell’università invece andavo spesso a studiare nel giardino degli aranci all’Aventino, proprio di fianco a Santa Sabina, dentro di me, è questa la Roma che ho conservato.

Negli studi di Cinecittà molti anni fa girai una grossa produzione Cines “Cameriera bella presenza offresi” con la regia di Giorgio Pastina, film al quale parteciparono moltissimi nomi del teatro e del cinema italiano. Solo dopo molti anni ritornai a girare a Cinecittà con il film diretto da mio marito Federico Fellini “Ginger e Fred”, in coppia con Marcello Mastroianni, con il quale mi ritrovai dopo lo spettacolo che facemmo insieme ai tempi del Teatro Ateneo, e di anni ne erano passati.

Ad ogni modo indipendentemente dalle mie preferenze, dopo aver visitato nei miei svariati viaggi le cinecittà di Hollywood, Londra, Nizza, Mosca, penso che pur sembrandomi Cinecittà una cosa a sé, non Roma, ì suoi studi mi sono sembrati i più belli, i più completi ed i più prestigiosi.

Un altro aspetto che amo molto della città è la Roma barocca, con le sue belle chiese che ci si offrono nella parte vecchia della città. A me piace molto camminare, amo i suoi splendidi parchi, i giardini, ma purtroppo sono sempre più. trascurati.

L’impressione che mi dà questa città è di gran confusione, di degrado, mi fa molta malinconia. Ero abituata a vedere Roma vestita con gli abiti della festa; oggi, invece… è tenuta proprio male. Eppure, riescono ancora a resistere le sue belle basiliche, i giardini, i parchi, le sue ville, i suoi tramonti.

Non so quante volte sono stata ricoverata al pronto soccorso, perché guardando i tramonti mentre cammino su queste strade rovinate, con i marciapiedi rotti, lo sporco imperante, sarò caduta non so quante volte.

Quando viene Pasqua invece di addobbare la città con conche di fiori sarebbe meglio che utilizzassero quei soldi per aggiustare, un po’ le strade! Se penso alla città come, è oggi mi dico che è un fatto momentaneo, che non durerà, perché a Roma la cultura, la bellezza, il fascino, la grazia, nonostante tutto si respirano ancora se si riesce a vedere la città anche tra le macchine e nonostante le strade rotte.

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