Palazzo Esposizioni Roma presenta la prima grande retrospettiva in Italia e ad oggi la mostra più ampia mai dedicata al fotografo britannico di fama internazionale Don McCullin.
Fin da piccolo asso della camera oscura, McCullin riesce a stampare le sue foto, rigorosamente in bianco e nero, come se fossero dei quadri di Caravaggio. Se la composizione è impeccabile, la luce è senz’altro la sua cifra artistica che promana da tutti gli scatti, anche da quelli fatti in Africa, seguendo la triste scia di morte dell’Aids o delle infinite guerre umane.
A Roma, il Palazzo delle Esposizioni, dal 10-10-2023 al 28-01-2024, ospita oltre 250 scatti del maestro inglese, partendo proprio dagli esordi, passando per le immagini dei molti conflitti, per concludersi con i paesaggi inglesi e quelli delle vestigia dell’Impero romano. Sono queste ultime le immagini meno significative del lavoro di fotografo di McCullin, le quali rivelano, tuttavia, la stanchezza e la fragilità dell’uomo che ha trascorso la vita faccia a faccia con la sofferenza, la malattia, la disperazione e la morte.
Concediamo dunque a Don, che ha oggi quasi ottant’anni, il riposo anche mentale, dopo una militanza fotografica lunga sei decadi.
La mostra di Don McCullin, il cosiddetto erede di Robert Capa, sarà a Roma fino al 28 gennaio del 2024, ma per una di quelle irripetibili coincidenze della vita, i romani e i turisti nella Capitale hanno avuto la fortuna di poterla confrontare con quella del presunto maestro magiaro.
In occasione dei 110 anni dalla nascita di Robert Capa, infatti, la Galleria dell’Accademia d’Ungheria a Roma ha ospitato alla fine dello scorso anno proprio una mostra di Capa fotoreporter. Esposte settantacinque immagini della sua vita, dalla foto che cattura la conferenza di Trockij, una delle sue prime commissioni, a quella scattata durante la guerra d’Indocina. Il suo scatto più famoso, ‘Morte di un miliziano lealista’, del 1936, dialoga idealmente con quella magistrale del senzatetto irlandese di McCullin scattata nel ’70.