Seduzione e inganno ai Musei Capitolini: “Goya e Caravaggio: verità e ribellione”
Dopo ben 23 anni dalla sua prima apparizione e fino al 25 febbraio 2024, torna a Roma, grazie agli intensi rapporti di collaborazione tra la Sovrintendenza Capitolina e il Museo Nazionale del Prado, l’opera giovanile di Francisco Goya, “Parasole” (1777), ospitato nella Sala Santa Petronilla della Pinacoteca Capitolina e posizionato a fianco alla “Buona Ventura” di Caravaggio (1597).
Il progetto espositivo nasce con l’intento di riflettere su due opere appartenenti ai primi periodi di attività di Goya e Caravaggio, uniti, a distanza di due secoli, da un percorso di vita doloroso che ha poi portato i due alla realizzazione di opere considerate capolavori della storia dell’arte. L’operazione, tuttavia, è scevra dal voler individuare delle analogie tra le due opere, come ben evidenziato durante la presentazione dalle parole del Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce, e della curatrice Federica Papi, se non quelle insite nella novità che i due artisti portano attraverso il loro lavoro nella pratica pittorica a loro contemporanea.
Infatti, entrambi i dipinti ritraggono scene di vita quotidiana nelle quali i protagonisti non sono più re, principi, cardinali, ma due donne e due uomini appartenenti a ceti medi e bassi ed entrambe le tele appartengono ancora ad un periodo considerato “felice” della storia dei due artisti, lontani ancora dai tormentati eventi degli anni successivi e delle opere ultime.
Da una parte la seduzione, in Parasole di Goya, dall’altra l’inganno nella Buona Ventura di Caravaggio: due atteggiamenti e sentimenti narrati dalla preponderanza della luce naturale che in Goya trae la sua origine dalla pittura rinascimentale italiana (Tiepolo) e dalla pittura francese e si incarna in una interpretazione realistica e naturalistica dei soggetti, ancora estranea ai lavori cupi, neri, dissacranti e accusatori; mentre in Caravaggio, all’inizio dell’esperienza romana, deriva dal clima controriformista del tempo che impone all’artista di introdurre un celato significato morale, molto distante dalle successive rappresentazioni dei vari personaggi da lui ritratti, crudeli, impietose, violente.
Un percorso luminoso, dunque, a voler testimoniare che l’arte, come la vita (perchè coincide con essa) è solo un trapassare subitaneo ed immediato a qualcosa che rapidamente tende a non più esistere e a divenire altro.
Informazioni
Luogo
Musei Capitolini, Pinacoteca, Sala Santa Petronilla
Orario
Dal 12 gennaio al 25 febbraio 2024 – Tutti i giorni ore 9.30-19.30 – Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Biglietto d’ingresso: L’accesso alla mostra è gratuito e consentito ai detentori del biglietto d’ingresso per Musei Capitolini e per le esposizioni in corso secondo la corrente tariffazione.
Ingresso gratuito per i possessori della MIC card
Informazioni
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
Promotori
Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzazione
Zètema Progetto Cultura
Progetto scientifico a cura di
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Testi a cura di
Federica Maria Papi e Chiara Smeraldi
Curatore
Federica Maria Papi