Mark Rothko 1903-1970 Paris

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DI SERGIO MARIO ILLUMINATO

 

La Fondation Louis Vuitton presenta dal 18 ottobre 2023 al 2 aprile 2024 la prima retrospettiva in Francia dedicata a Mark Rothko (1903-1970) dall’esposizione tenuta al Musée d’Art moderne de la Ville de Paris nel 1999. La retrospettiva riunisce circa 115 opere provenienti dalle più grandi collezioni istituzionali internazionali, tra cui la National Gallery of Art di Washington D.C., la Tate di Londra e la Phillips Collection di Washington D.C., e da collezioni private internazionali, compresa la collezione della famiglia dell’artista.

CURATORI: Suzanne Pagé e Christopher Rothko con François Michaud e Ludovic Delalande, Claudia Buizza, Magdalena Gemra, Cordélia de Brosses

Diario estemporaneo il mio di un amore per una retrospettiva che ha riempito il viso di lacrime di diversi spett-attori. Perchè?

Flânerie tra le gallerie della Fondation Louis Vuitton ci fa sentire smarriti, a tratti respirando un’aria ostile per tutta – troppa – quella moltitudine di persone che si attarda davanti alle opere. Vorresti essere nel silenzio in questo percorso. L’unico strumento che può aiutarci. Il silenzio non come assenza di suono ma come invito a percepire qualcosa di diverso, al di là di ciò che i nostri sensi ci offrono, un altrove rispetto il rumore della realtà di questa esposizione.

Questo silenzio comincia a passeggiare sul bordo dei miei pensieri, al limite di tutte le riflessioni che da subito riempiono un taccuino mentale pieno di cancellature e di digressioni. Non possiamo smarrire il mondo folle quale è quello in cui viviamo, con la nostra modernità sempre più incline al disastro, nemmeno in questi luoghi.

Con tutti i sensi coinvolti, non c’è soluzione di continuità tra il mondo liquido e quello aereo in cui mi ritrovo, come alla mia nascita. Appena inizio a guardare, pensare, camminare tra le opere, comincio a percepire come il mio percorso interiore è pieno di vecchi armadi, scrivanie ricolme di oggetti e collezioni custodite nei cassetti: la memoria non solo dell’artista che ci ha preceduto, non solo della storia che ho attraversato. Vedo tutto come un immenso cumulo di rovine sparpagliate e ammucchiate. Detriti di arte, creatività, percezioni, sensazioni che non vorrebbero essere ricomposte. Ma in questa cattedrale di bellezza e eticità di Mark Rothko, ciò che è sotto bisogna portarlo sopra per farne una nuova esperienza.

Prima di cominciare a svelare il senso di questa straordinaria rassegna parigina, dobbiamo operare su noi stessi, come fanno gli architetti quando devono ampliare superfici esaurite. Ricorrono a creare spazi ipogei. Anche noi, nelle nostre condizioni, viviamo una condizione limitata. Limitati dal posto dove siamo nati, dalla famiglia in cui siamo cresciuti, dalle istituzioni che ci hanno formato ed informato. Ma è responsabilità nostra trovare il modo di ampliare gli spazi.

Sarebbe un peccato sprecare l’incontro con Mark Rothko, una figura importante della pittura americana del XX secolo, associato agli artisti dell’Espressionismo Astratto, che ha costruito la sua reputazione con una singolarità paradossale: esprimere esclusivamente attraverso l’astrazione “emozioni umane di base”. Con lui, l’Arte ha trovato una dimensione ancora una volta inaspettata, sia senza tempo che universale, rappresentando il “dramma umano”: la vulnerabilità.

Il suo è un esercizio tra orizzontalità e verticalità, dall’alto al basso, dall’esterno all’interno. Un eterno movimento in uno spazio vasto e impuro in cui restiamo coinvolti: guardiamo, annusiamo, tocchiamo, sentiamo. E finalmente raggiungiamo quelle barriere che ci dicono di andare a sinistra o a destra, ma certamente di non poter andare dritto.

Con il silenzio, i pensieri pieni di cancellature e divagazioni, avremo con Mark Rothko la possibilità di andare dove vorremmo: dritto.

Su e giù, ricorderete. Fuori, dentro. Possiamo reinventare il processo creativo dell’artista, andando senza fretta e sperimentando emozioni nell’osservare il suo paesaggio interno a noi. Così scopriamo crepe, superfici, cunicoli sotterranei di un’esistenza complessa nella quale possiamo viaggiare in varie direzioni.

Guardando il mondo attraverso un obiettivo diverso, ci rendiamo conto che ciò che normalmente appare enorme diventa lillipuziano, mentre tutto il resto sembra improvvisamente gigantesco. Questo può causare disorientamento, ma poi uno slancio ci spinge altrove: dritto!

Con passi ora rapidi, ora lenti. È una dimensione diversa, dove in ogni punto ci si può ricollegare all’altro in un intricato processo di correlazioni, come una casa con infiniti corridoi, o come un albero rizomatico.

La nostra vita riprende a fluire e a muoversi. La memoria, la vita, il cuore di Mark Rothko non sono più un paese straniero, ricco di emozioni estranee, ma diventano la nostra patria, persino il suo suicidio.

 

(a seguire i link degli estratti dal catalogo da leggere):

Prefazione di Bernard Arnault Presidente della Fondazione Louis Vuitton
Prefazione di Suzanne Pagé Curatrice della mostra
Not Nothing” – Christopher Rothko (estrazioni selezionate dall’autore) Co-curatore della mostra
A pelle. Raffigurare il dramma umano” – Riccardo Venturi (estrazioni selezionate dall’autore) Critico e storico dell’arte moderna e contemporanea

Vista dell'installazione dell'esposizione "Mark Rothko"

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Alcune citazioni di Mark Rothko:
“Mi interesso solo all’espressione delle emozioni umane fondamentali.”
“Sono diventato pittore perché volevo elevare la pittura allo stesso grado di intensità della musica e della poesia.”
“I miei dipinti possono avere due caratteristiche. O la loro superficie si dilata e si apre in tutte le direzioni, oppure si contrae e si chiude in tutte le direzioni.”
“La mia arte non è astratta, essa vive e respira.”
“Ho sempre pensato che se mi fosse stato offerto uno spazio che potessi riempire con le mie opere, sarebbe stato il compimento del mio più grande sogno.”
“Mi sembra che la domanda più importante […] sia come conferire allo spazio che proponete la massima eloquenza e intensità possibile.”
“A coloro che pensano che i miei dipinti siano sereni, vorrei dire […] che ho imprigionato la violenza più assoluta in ogni centimetro quadrato della loro superficie.”
“A meno che non intraprenda il viaggio, lo spettatore passa realmente oltre l’esperienza essenziale del dipinto.”
“Poiché sono impegnato nell’elemento umano, voglio creare uno stato di intimità. I grandi formati ti prendono dentro di loro. L’ampiezza è di estrema importanza per me – l’ampiezza umana.”
“Il colore non è ciò che mi interessa. Quello che cerco è la luce.”
“Per noi, l’arte è un’avventura in un mondo sconosciuto, che solo coloro che accettano di correre il rischio possono esplorare.”

 

 

Cronologia – Mark Rothko

1903
Marcus Rotkovitch nasce il 25 settembre a Dvinsk nell’Impero russo (oggi Daugavpils in Lettonia). Quarto figlio di una coppia di ebrei liberali, è il primo della famiglia a ricevere un’istruzione religiosa.

1913-1914
Nel 1913 emigra con sua madre e sua sorella a Portland, Oregon, per raggiungere suo padre e i suoi due fratelli partiti tre anni prima. È iscritto alla scuola elementare nella classe destinata ai bambini immigrati.

1918-1923
Salta due classi ed entra alla scuola superiore Lincoln. Ottiene una borsa di studio per la Yale University che gli verrà revocata alla fine del primo anno. Nell’autunno del 1923 lascia l’università senza ottenere un diploma e si stabilisce a New York.

1924-1925
Grazie a un amico, nel gennaio 1924, decide di frequentare corsi presso l’Art Students League di New York. In primavera torna a Portland dove, per alcuni mesi, studia recitazione nella compagnia dell’attrice Josephine Dillon. Ritorna all’Art Students League di New York nell’ottobre 1925, nella classe di Max Weber.

1926
Diventa membro ufficiale dell’Art Students League, dove rimarrà fino al 1930.

1927
Illustra The Graphic Bible. Non essendo menzionato il suo nome, intraprende senza successo azioni legali contro l’autore e l’editore del libro.

1928
Incontra il pittore Milton Avery che avrà una profonda influenza sulla sua opera. Prima mostra collettiva alla Opportunity Gallery a New York.

1929
Inizia a tenere corsi di disegno per bambini alla Center Academy del Brooklyn Jewish Center, un lavoro che manterrà fino al 1952. Incontra Adolph Gottlieb.

1932
Sposa Edith Sachar.

1933
Durante l’estate si tiene al Portland Art Museum una mostra collettiva dove espone disegni e acquerelli accanto alle opere dei suoi studenti. Nel novembre, la Contemporary Arts Gallery di New York presenta la sua prima mostra personale, con quindici dipinti ad olio tra cui, per la maggior parte, Ritratto di fine studio di Mark Rothko.

1934-1935
Nel febbraio, diventa uno dei duecento membri fondatori dell’Artists Union a New York. Insieme a Gottlieb e ad altri artisti, partecipa a tre mostre alla Uptown Gallery. Pubblica il suo primo articolo “Nuova formazione per futuri artisti e appassionati d’arte” nel Brooklyn Jewish Center Review. Diventa membro della Secession Gallery e, con gli artisti Ben-Zion, Ilya Bolotowsky, Adolph Gottlieb, Louis Harris, Yankel Kufeld, Louis Schanker, Joseph Solman, Nahum Tschacbasov, fonda il gruppo indipendente “The Ten” che dichiara di opporsi al conservatorismo delle tendenze artistiche regionaliste dell’epoca.

1936-1937
Con The Ten espone presso le Municipal Art Galleries, New York, alla galleria Bonaparte, Parigi, alla Montross Gallery e alla Georgette Passedoit Gallery, New York. Lavora per il Federal Art Project della Works Progress Administration (WPA) dal quale si dimetterà nel 1939.

1938-1939
Diventa cittadino americano. Le gallerie Passedoit, Mercury e Bonestell a New York organizzano mostre del gruppo The Ten.

1940
The Ten si scioglie. Rotkovitch inizia a farsi chiamare “Mark Rothko”, ma questo cambiamento sarà ufficializzato solo nel 1959. Partecipa alla creazione della Federation of Modern Painters and Sculptors. Durante l’anno, Rothko e Gottlieb intraprendono una nuova ricerca su temi mitologici. Rothko smette di dipingere e si dedica alla stesura di un manoscritto sulla sua visione dell’arte. Rimasto incompiuto, questo scritto verrà rinvenuto dopo la morte dell’artista e pubblicato nel 2004 con il titolo La realtà dell’artista.

1941
“Prima mostra annuale della Federation of Modern Painters and Sculptors Exhibition” al Riverside Museum di New York.

1942
“Seconda mostra annuale della Federation of Modern Painters and Sculptors Exhibition” presso Wildenstein and Company di New York.

1943
Incontra Clyfford Still. Con Gottlieb, risponde a un articolo criticamente negativo di Edward Alden Jewell del New York Times. Il 13 ottobre, alla radio di New York WNYC, i due artisti espongono le ragioni del loro interesse per i soggetti mitologici.

1944
Divorzio da Edith Sachar.

1945
“Prima mostra in America di venti dipinti” alla galleria Art of This Century di Peggy Guggenheim che è ora il suo agente. In questo periodo, la sua opera testimonia un interesse per il surrealismo. Incontra la sua futura moglie, Mary Alice Beistle, conosciuta come Mell. “Mostra annuale di scultura americana contemporanea, acquerelli e disegni” al Whitney Museum of American Art di New York.

1946
Il suo stile continua a evolversi con la serie di tele conosciute come “Multiformi”. Entra nella Betty Parsons Gallery dove espone ogni anno fino al 1951. “Mostra annuale di pittura americana contemporanea” al Whitney Museum of American Art di New York.

1947
“Mark Rothko: Recent Paintings” alla Betty Parsons Gallery di New York. In estate tiene corsi alla California School of Fine Arts, San Francisco (oggi San Francisco Art Institute). “Mostra annuale di pittura americana contemporanea” al Whitney Museum of American Art di New York. Pubblica il testo “I romantici erano pronti” nella rivista Possibilities diretta da Robert Motherwell.

1948
Seconda mostra personale alla Betty Parsons Gallery dove Rothko attribuisce per la prima volta un numero come titolo ai suoi dipinti. Fonda insieme a William Baziotes, David Hare, Robert Motherwell e Barnett Newman la scuola “Soggetti dell’artista” dalla quale si separerà l’anno successivo, poco prima della sua dissoluzione.

1949
Terza mostra personale alla Betty Parsons Gallery. Insegna nuovamente alla California School of Fine Arts, San Francisco. In questo periodo, i “Multiformi” di Rothko si caratterizzano per grandi campiture di colore sottile e diluito. Vede L’Atelier Rouge di Matisse, acquistato nello stesso anno dal MoMA. Nascita della figlia Kathy Lynn.

1950
Quarta mostra personale alla Betty Parsons Gallery. Viaggia per cinque mesi in Europa con la famiglia e soggiornerà a Parigi, Cagnes-sur-Mer, Venezia, Firenze (dove ammira gli affreschi di Fra Angelico nel convento di San Marco), Arezzo, Siena, Roma e Londra.

1951
Rothko appare tra i diciotto artisti che posano per la celebre fotografia degli “Irascibili” della rivista Life. Viene nominato professore associato al Dipartimento di disegno del Brooklyn College dove insegnerà fino al 1954. Quinta mostra personale alla Betty Parsons Gallery.

1952
Partecipa alla mostra “15 Americani” al MoMA. 1954 “9 Pittori americani oggi”, prima mostra dell’artista alla galleria di Sidney Janis che diventa il suo nuovo agente e gli organizza due mostre personali, nel 1955 e nel 1958. Incontra Katharine Kuh, curatrice all’Art Institute of Chicago, che organizza la sua prima mostra personale in un importante museo americano.

1955
Newman e Still scrivono a Sidney Janis per criticare il lavoro di Rothko, che giudicano “da salone”. Durante l’estate, Rothko è professore ospite presso l’Università del Colorado a Boulder. Legge Paura e Tremore di Kierkegaard.

1957
Mostra personale al Contemporary Arts Museum di Houston. Duncan Phillips, collezionista e fondatore della Phillips Collection a Washington, DC, acquista due suoi dipinti. La tavolozza dei suoi dipinti inizia ad oscurarsi.

1958
Rappresenta gli Stati Uniti alla XXIX Biennale d’Arte di Venezia insieme a Seymour Lipton, David Smith e Mark Tobey. Il 25 giugno, le distillerie Seagram commissionano a Rothko una serie di dipinti murali per il ristorante Four Seasons progettato da Philip Johnson e situato nel Seagram Building di Ludwig Mies van der Rohe a New York. L’artista rinuncerà infine all’incarico.

1959
Secondo viaggio in Europa dove soggiorna in Inghilterra, Francia, Italia, Belgio e Paesi Bassi.

1960
La Phillips Collection organizza una mostra personale di Rothko e acquista tre sue opere che, per la prima volta, verranno installate permanentemente in una sala interamente dedicata all’artista.

1961
Il 18 gennaio inaugura la prima retrospettiva “Mark Rothko” al Museum of Modern Art di New York. Continua a Londra, Amsterdam, Bruxelles, Basilea e Roma, prima di concludersi a Parigi il 13 gennaio 1963. Accetta un’opera murale commissionata per la nuova sede della Society of Fellows di Harvard.

1962
Lascia la galleria Sidney Janis per protestare contro il sostegno di Janis al Pop Art.

1963
Prima di consegnare definitivamente l’opera, espone cinque dei pannelli realizzati per l’Università di Harvard al Guggenheim Museum di New York. Firma un contratto di esclusività con la Marlborough Fine Art Gallery. Nasce il suo secondo figlio, Christopher Hall.

1964
Prima mostra personale alla Marlborough Gallery di Londra. Inizia a lavorare alla sua serie di dipinti chiamati Blackforms. Il 17 aprile, Dominique e John de Menil gli commissionano una serie di dipinti per la futura cappella dell’Università di Saint-Thomas a Houston. Philip Johnson disegna il progetto della cappella, ma questo sarà infine realizzato dai suoi associati, gli architetti Eugene Aubry e Howard Barnstone. Nel 1968 verrà scelto un nuovo sito vicino per la cappella, ora posta sotto l’egida dell’Istituto per le religioni e lo sviluppo umano.

1965
A marzo riceve il Brandeis University Creative Arts Award. In ottobre incontra Norman Reid, direttore della Tate Gallery a Londra, per discutere di un acquisto di dipinti che saranno esposti in una sala appositamente dedicata al museo.

1966
Terzo viaggio in Europa dove soggiorna in Portogallo, Spagna (Maiorca), Italia e Francia. Si reca poi nei Paesi Bassi, in Belgio e in Inghilterra. A Londra visita lo spazio che gli sarà dedicato alla Tate Gallery.

1967
Completa i pannelli per la cappella dei Menil a Houston. Durante l’estate, è invitato a insegnare all’Università della California a Berkeley. Henry Elkan, Mark Rothko nello studio della 53rd Street, New York, circa 1953

1968
Viene ricoverato in ospedale per tre settimane ad aprile, a seguito di un aneurisma dell’aorta. Il suo medico gli sconsiglia di dipingere tele di oltre un metro di altezza. Lavora quindi su carta e utilizza, per la prima volta, la pittura acrilica.

1969
Lascia la sua famiglia e si trasferisce nel suo studio al 157 East 69th Street. Firma un contratto che fa della Marlborough Gallery il suo agente esclusivo per gli otto anni successivi. Inizia un insieme di grandi dipinti scuri, nei toni grigi, neri e marroni, conosciuti come Black and Gray. Riflette su un’opera commissionata, che non si realizzerà, per la sede dell’Unesco a Parigi, dove i suoi dipinti sarebbero stati esposti accanto a una scultura di Giacometti. Nel mese di giugno viene fondata la Mark Rothko Foundation. La Yale University gli conferisce la laurea ad honorem. Fà dono alla Tate Gallery di nove dipinti murali della serie Seagram.

1970
Mark Rothko si suicida nel suo studio il 25 febbraio. Il 29 maggio, la Tate Gallery inaugura la sua “Rothko Room” appesa secondo le indicazioni dell’artista.

1971
Il 27 febbraio, la Rothko Chapel di Houston viene consacrata come luogo di culto interconfessionale.

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