Il lato positivo (dell’astensionismo)

DI ROBERTA MELASECCA

9 maggio 2024 ore 18.00

L’astensionismo ha i suoi lati positivi, se ti trovi bloccata all’interno di un’aula scolastica insieme ad altre cinque persone che hai appena conosciuto. Puoi apprezzare il silenzio a volte, l’inattività più assoluta successivamente, il vuoto anche. Tuttavia il lato migliore dell’astensionismo è il comprendere che appena si forma un gruppo spontaneo o precostituito, volontario o programmato, immediatamente nasce una comunità. Vivere nel mucchio è la nostra sorte, recita Michele Serra nel suo articolo ‘Perché vado a votare’ su Repubblica di sabato, ieri, 8 giugno 2024.

Da oltre 20 ore ininterrotte sono qui a svolgere un compito civico, a condividere ideali, parlare, guardare, raccontare, scambiare esperienze. Vite che si sfiorano, piccola famiglia nata per caso. Questo è il nostro destino, dunque, stringerci in diversificate comunità che si riconoscono prossime anche se estranee. Uniti da un unico obiettivo, da una scelta che ci vede comuni, che abbiamo in ogni caso deliberatamente fatto, ci ritroviamo a vivere. Perché sempre e comunque crediamo nei diritti conquistati a prezzo del sangue. E questo mi consola.

Mi consola dal pensiero che non ci meritiamo questa libertà e questa democrazia. Mi consola dalla constatazione che troppi pochi giovani uomini e troppe poche giovani donne ho visto in queste ultime 20 ore. Mi consola avere invece incontrato una scheda fresca fresca con due timbri e due occhi vividi. Mi consola quell’uno. E per quell’uno sento e sono convinta che ne valga la pena. È anche questo uno dei meriti dell’astensionismo: accorgersi dell’uno che fa la differenza e grazie a quell’uno trovare la risposta. Essere ponte, essere parola e scintilla, essere uno parte del molto, appartenere al mucchio.

Ci piaccia o no, non possiamo fare a meno di essere comunità e tale consapevolezza è inevitabile responsabilità. Spesso si dice che si apprezza una cosa solo quando la si è perduta. Ma io mi auguro che non dobbiamo arrivare a tanto per continuare a navigare nelle acque burrascose, contraddittorie, travolgenti, metamorfiche, avveniristiche della nostra democrazia.

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