Intervista a Marco Maria Cerbo, Capo dell’Unità per il coordinamento degli Istituti italiani di cultura – Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale

 

DI ROBERTA MELASECCA

In occasione dell’evento IOSONOVULNERABILE – fallire è una conquista, arte è amare l’errore, curato da Sergio Mario Illuminato e riconosciuto tra le Buone Pratiche Culturali della Regione Lazio, VULNERARTE MAGAZINE seguirà da oggi tutti i protagonisti di questa straordinaria iniziativa. L’evento, che si terrà dal 3 ottobre al 29 novembre 2024 presso l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, esplorerà la vulnerabilità umana attraverso una pratica performativa transdisciplinare che unisce artisti e creativi emergenti in un dialogo tra diverse forme espressive.

Intervista a Marco Maria Cerbo, Capo dell’Unità per il coordinamento degli Istituti italiani di cultura – Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale: Arte, Vulnerabilità e Diplomazia Culturale

Roberta Melasecca (R M): Marco Maria Cerbo, come responsabile di tutti gli Istituti Italiani di Cultura nel mondo, hai una visione globale sulla diplomazia culturale. In che modo il progetto ‘iosonovulnerabile’ rispecchia la missione del Ministero degli Affari Esteri nella promozione del dialogo interculturale?

Marco Maria Cerbo (M M C): ‘iosonovulnerabile’ è un progetto che incarna valori fondamentali della nostra diplomazia culturale, come quello dell’inclusione. È un esempio di come l’arte possa non solo raccontare storie di vulnerabilità, ma anche costruire ponti tra persone e culture diverse. L’integrazione di artisti provenienti da settori come le arti visive, il cinema, la danza e la musica ha creato una sinergia che ha reso la vulnerabilità una forza unificante. Questo è esattamente il tipo di dialogo che vogliamo promuovere attraverso i nostri Istituti Italiani di Cultura in tutto il mondo.

R M: La residenza d’artista ‘Officina Alchemica delle Idee’ ha dimostrato la potenza della creatività collettiva. Come pensi che questo tipo di iniziative possano influenzare il lavoro degli Istituti Italiani di Cultura all’estero?

M M C: La residenza ha mostrato come la creatività possa essere un motore di cambiamento. Iniziative come queste ispirano non solo gli artisti, ma anche le comunità che li ospitano. Nei nostri Istituti, cerchiamo sempre di creare spazi dove l’arte possa sfidare le norme e stimolare nuove idee, proprio come è successo con ‘Officina Alchemica delle Idee’. Questi progetti hanno il potenziale di trasformare la percezione della cultura italiana all’estero, mostrando un’Italia innovativa e inclusiva.

R M: Il Programma Internazionale del Ministero, previsto per il 2024 e 2025, coinvolgerà gli Istituti Italiani di Cultura in tutto il mondo. Come vedi l’integrazione di progetti come ‘iosonovulnerabile’ in questo contesto?

M M C: Progetti come ‘iosonovulnerabile’ contribuiscono per la nostra missione di promuovere la cultura italiana in una dimensione globale. Questo programma internazionale sarà un’opportunità per portare queste storie di vulnerabilità e resilienza in tutto il mondo, mostrando come l’arte italiana possa affrontare temi universali. Vogliamo che il nostro patrimonio culturale sia un catalizzatore per un dialogo inclusivo e costruttivo, e ‘iosonovulnerabile’ è un buon esempio di come ciò sia possibile.

R M: Guardando al futuro, quali sono le attività e le iniziative principali che il Ministero degli Affari Esteri ha in programma per promuovere la cultura italiana e il dialogo interculturale?

M M C: Il nostro programma d’azione è ambizioso e variegato. Nei prossimi anni, ci concentreremo su iniziative che non solo promuovono la cultura italiana, ma che coinvolgono attivamente le comunità locali all’estero. Attraverso mostre, residenze artistiche, festival e collaborazioni con istituzioni culturali internazionali, miriamo a rafforzare il ruolo della cultura come ponte tra le nazioni. Inoltre, continueremo a sostenere progetti educativi e formativi che integrano arte e cultura, con l’obiettivo di promuovere una società più equa, inclusiva e consapevole delle proprie radici culturali.

R M: L’arte contemporanea è spesso un territorio complesso e sperimentale. Come pensi che le istituzioni culturali, specialmente quelle italiane, debbano trattare e valorizzare l’arte contemporanea per renderla accessibile e rilevante nel contesto internazionale?

M M C: L’arte contemporanea rappresenta una finestra sul presente e un dialogo con il futuro. Le istituzioni culturali devono affrontarla con curiosità e apertura, promuovendo non solo le opere, ma anche i processi creativi che le sottendono. È importante che l’arte contemporanea venga inserita in un contesto che favorisca l’incontro tra pubblico e artista, rendendo le opere accessibili non solo in termini fisici, ma anche concettuali. Nei nostri Istituti, cerchiamo di creare percorsi che coinvolgano il pubblico in maniera attiva, perché l’arte contemporanea diventi un’esperienza condivisa e un’occasione di riflessione su temi globali.

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