Non sempre seguendo il dopo al prima: la mostra di Gianluca Esposito al Museo Napoleonico

DI ROBERTA MELASECCA

Non avevo mai visitato il Museo Napoleonico. L’occasione è stata la mostra di Gianluca Esposito, Carolina e Ferdinando. E non sempre seguendo il dopo al prima, a cura di Penelope Filacchione.

Sono rimasta all’interno del Museo per oltre un’ora: davvero inusuale immergersi una domenica mattina nel profondo 1800, al piano terra di Palazzo Primoli, edificio costruito nel XVI secolo, acquistato tra il 1820 e il 1828 dal conte Luigi Primoli e donato al Comune di Roma da Giuseppe Primoli nel 1927, insieme alla sua collezione privata di opere d’arte e memorie familiari. Il palazzo ancora conserva in alcune sale i soffitti del ‘700 e i fregi e i pavimenti in maiolica dei primi dell’’800 e mostra un vasto corpus di arredi originali, di dipinti, maioliche, suppellettili che documentano gli intensi rapporti che legarono i Bonaparte a Roma (Giuseppe Primoli era figlio di Carlotta Bonaparte e dunque discendente della famiglia Bonaparte). Il museo presenta tre sezioni, riferite a tre periodi storici: il periodo napoleonico con tele e busti dei maggiori artisti dell’epoca, il periodo romano dalla caduta di Napoleone all’ascesa di Napoleone III, e il periodo del secondo impero con dipinti, sculture, incisioni, mobili ed oggetti vari.

Ecco, immaginate, dunque, di entrare a Palazzo Primoli, attraversare le diverse sale e fare un vero e proprio viaggio nel tempo, tra i fasti imperiali napoleonici, e di imbattervi già dall’ingresso in qualcosa di inusuale ma di connaturato al luogo, che si confonde ed insieme si differenzia, che narra una storia bizzarra ma non troppo, incentrata sulla figura di una donna, Maria Carolina D’Asburgo-Lorena. Ce la racconta Gianluca Esposito, artista classe ’76, che nel 2016 rimane affascinato dalla vita e dalle vicende di Maria Carolina e del suo consorte, Ferdinando IV di Borbone, che insieme regnarono per ben 46 anni, dal 1768 ai primi del 1800, in una Napoli che forse non era così diversa da quella raccontata da Sorrentino in Parthenope.

Ma chi era Maria Carolina e perchè ha suscitato interesse tanto da diventare il tema centrale di un progetto artistico? Marie Karoline von Österreich nacque a Vienna nel Castello di Schönbrunn il 13 agosto 1752: era figlia di Maria Teresa d’Austria e di Francesco d’Asburgo (la sorella era la Maria Antonietta decapitata durante la Rivoluzione Francese!). Leggeva e scriveva in 4 lingue – tedesco, francese, italiano e spagnolo -, leggeva e traduceva il latino; aveva studiato letteratura, storia, filosofia, etica, diritto, pedagogia, economia, botanica, musica, canto e danza, si era cimentata con i più progrediti testi di giurisprudenza ed era stata da sempre attorniata da intellettuali illuministi. Arrivata a Napoli e avendo osservato la totale indifferenza del marito agli affari politici ed istituzionali, lui più dedito invece alla caccia, alla pesca e ai divertimenti di corte, prese in mano le redini del regno, spodestando le pretese di Carlo III di Spagna ed entrando a fare parte del Consiglio di Stato. Il protagonismo della regina spostò la politica napoletana sul versante filoaustriaco, favorendo un clima di rinnovamento ispirato alle idee illuministiche, anche dal lato artistico e culturale, e la formazione a Napoli di diverse logge massoniche.

Senza enumerare le importanti opere promosse durante il regno, ecco l’altra faccia della medaglia: i napoletani non accettarono mai veramente la nuova sovrana, così diversa dalla sarcastica leggerezza e pesantezza partenopea, severa e dedita allo studio e agli impegni politici. La sua figura divenne ben presto associata ad una creatura irreale, ad un essere mitologico e grottesco e ne sono prova gli orologi da camino in uso nel XVIII secolo, nei quali Carolina prende le sembianze di un treno o di un mostro bicefalo o di un centopiedi. Il pregiudizio e il fraintendimento fanno da padrone, allora come adesso. E la storia è sempre più contemporanea ed attuale.

Gianluca Esposito sceglie di raccontare queste complesse vicende abbandonando qualsiasi rigore storiografico e utilizzando il linguaggio della fiaba per spingere il distratto osservatore ad un coinvolgimento emotivo. Il suo testo poetico, La canzone di Carolina, diventa ora un leporello di dimensioni giganti lungo 5 m, ora una video-installazione, e si sfrangia per tutto il Museo in sculture fantastiche che riecheggiano i famosi orologi da camino. L’artista mette in scena la stessa voce di Napoli che tenta di far comprendere alla giovane regina il genius loci, alchemico e surreale, di una città che mai ha perso la sua essenza profonda e che risulta non comprensibile ai molti, ai tanti, ai più.

Gianluca entra nelle viscere di un periodo storico, nel sottosuolo partenopeo paradossale e disturbante, e ne esce intriso della stessa natura chiassosa e scherzosa ma con il distacco concessogli da una meditata rielaborazione interiore, esistenziale. Plasma allora una sontuosa tavola apparecchiata per due, dove pietanze e stoviglie si animano e prendono la forma di esseri fantastici e inimmaginabili, e lo fa modellando una povera terracotta, rivestendola in bianco e oro, spacciandola, volontariamente, per porcellana di Capodimonte. Gioca l’artista sugli equivoci, che tanto caratterizzano la vita nostra di ogni giorno, ricordandoci che la storia è circolare e si reitera continuamente pur con connotati estetici e visuali differenti.

E dunque, andate a vedere questa solleticante mostra dal titolo enigmatico, “… e non sempre seguendo il dopo al prima”, e magari, dopo essere usciti, ci penseremo due volte ad interpretare, in modo fantasioso, il messaggio su whatsapp o l’immagine sui social. La realtà è sempre più semplice e chiara di quanto si possa immaginare.

 

Gianluca-Esposito-3-ph-@robertamelasecca

Immagine 8 di 14

INFO

Gianluca Esposito
Carolina e Ferdinando. E non sempre seguendo il dopo al prima
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzazione Art Sharing Roma ETS
Servizi Mussali Zètema Progetto Cultura
Progetto scientifico a cura di Art Sharing Roma ETS
A cura di Penelope Filacchione
Video animazione in collaborazione con Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine-TV “Roberto Rossellini”
Foto Ilaria Di Giustili

17 ottobre 2024 – 12 gennaio 2025
Museo Napoleonico
Piazza di Ponte Umberto I, 1 – 00186 Roma
Orari: da martedì a domenica ore 10.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.30). Chiuso il lunedì
Ingresso gratuito alla mostra e al Museo
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.museonapoleonico.it; www.museiincomuneroma.it

Ufficio Stampa Art Sharing Roma ETS | ufficiostampa@artsharingroma.it
Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura | a.baiamonte@zetema.it

 

G-66PL6CNJ8R