Architetture Inabitabili

DI ROSA MARIA ZITO

Nel tessuto intrinseco dell’architettura italiana si cela un’intima relazione tra l’uomo e l’ambiente costruito, una sinfonia di forme e spazi che vanno oltre la mera funzionalità. È in questo spirito che la mostra “Architetture Inabitabili” si presenta come un’immersione profonda in un viaggio attraverso il paesaggio urbano italiano. Organizzata con attenzione presso la Centrale Montemartini a Roma, questa esposizione promossa da Roma Capitale e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali invita i visitatori a contemplare le connessioni sottili e le profonde storie intessute nelle trame degli edifici che ci circondano.

Al centro di questa esplorazione si trovano edifici che, sebbene possano sembrare impraticabili o inaccessibili, si ergono come monumenti di coraggio e innovazione. Come sottolineato da Lucia Bergonzoni, sottosegretaria alla Cultura, queste architetture sfidano i limiti convenzionali della progettazione, diventando icone di una visione audace e visionaria. Ogni struttura, che sia familiare o meno, racconta una storia unica, suscitando riflessioni profonde sul nostro rapporto con lo spazio e sulla persistente bellezza che emana anche quando sembra deserta.

La selezione di questi luoghi non è casuale; si basa sulla loro capacità di incarnare la dualità tra presenza e assenza, tra memoria e dimenticanza. Il Gazometro di Roma, testimone silenzioso delle trasformazioni della città, il Memoriale Brion ad Altivole, emblema di commemorazione e rinnovamento, il campanile di Curon emergente dalle acque, segno tangibile del passato sommerso, il Cretto di Gibellina, memoriale di una tragedia collettiva, il Lingotto di Torino, simbolo di rinascita industriale, gli Ex Seccatoi di Città di Castello, testimoni di un’epoca passata, la Torre Branca a Milano, punto di osservazione privilegiato, e i Palmenti di Pietragalla, custodi di antiche tradizioni – ognuno di questi edifici racconta storie di gloria, tragedia, rinascita e tradizione, trasportandoci in mondi carichi di simbolismo e storia.

Attraverso l’esposizione di immagini storiche provenienti dall’Archivio Luce e altre fonti rilevanti, la mostra “Architetture Inabitabili” si arricchisce di scritti e contributi fotografici contemporanei, creando narrazioni intime e personali di questi luoghi suggestivi. Opere d’arte e parole di scrittori si fondono offrendo un’esperienza sensoriale e intellettuale che ci trasporta in territori incantati e suggestivi, donandoci una nuova prospettiva sull’anima dei luoghi che visitiamo.

Questa esposizione rappresenta un’opportunità per esplorare le origini di queste architetture, le leggende che le circondano e il loro impatto duraturo sull’immaginario collettivo. È un invito a gettare uno sguardo oltre il tangibile, a esplorare le profondità dell’architettura italiana e a cogliere la bellezza e la complessità dei luoghi che abitiamo.

Le Architetture Inabitabili raccontate dalla mostra sono:

–    il Gazometro di Roma, che emerge come un moderno Colosseo, presenza iconica nei film e nelle serie TV degli ultimi anni e visibile pure dalla Centrale Montemartini, che ospita la mostra e che offre al visitatore un suggestivo confronto tra l’architettura e il mondo circostante;
–    il Memoriale Brion ad Altivole, un complesso architettonico progettato dall’architetto Carlo Scarpa e concepito come luogo di sepoltura per la famiglia Brion;
–    il campanile semisommerso di Curon, situato nel lago di Resia in Trentino-Alto Adige, struttura romanica completamente trasformata dalla costruzione di una diga che portò alla creazione del lago per scopi idroelettrici, sommergendo il paese (che venne distrutto), e lasciando emergere così solo la torre campanaria;
–    il Cretto di Gibellina, installazione commemorativa dell’artista Alberto Burri, un grande sudario di cemento bianco che ingloba le macerie della città di Gibellina, distrutta nel terremoto del Belice del 1968;
–    il Lingotto di Torino, storico e famosissimo complesso architettonico, progettato da Giacomo Matté Trucco, che un tempo ospitava la fabbrica della FIAT, divenendo simbolo della storia industriale della città;
–    gli Ex Seccatoi di Città di Castello, che nel 1966 ospitarono i libri alluvionati di Firenze, che qui vennero “curati”; perduta definitivamente la loro funzione originaria con l’abbandono della coltura del tabacco negli anni ‘70, dal 1990 ospitano gli ultimi grandi cicli pittorici di Alberto Burri;
–    la Torre Branca, originariamente torre littoria, progettata da Giò Ponti, concepita come una struttura temporanea per la Triennale del 1933, caratterizzata da una struttura a traliccio in acciaio e dotata di ascensore che permette ai visitatori di raggiungere la cima e godere di una vista panoramica su Milano; è stata restaurata dopo un periodo di relativo abbandono, ed è ritornata a essere visitabile dal 2002;
–    i Palmenti di Pietragalla, testimonianza dell’ingegno dei vignaiuoli locali, un’architettura rupestre in pietra formata da oltre duecento costruzioni disposte su diverse quote, un tempo utilizzate come laboratori per la produzione del vino, che creano un deciso impatto paesaggistico evocando atmosfere fiabesche.

Informazioni

Musei Capitolini Centrale Montemartini

Dal 24 gennaio al 5 maggio 2024
Dal martedì alla domenica 9.00-19.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura

Lunedì, 1 maggio

Biglietto di ingresso secondo la tariffazione vigente
Gratuito per i possessori di MIC card

Informazioni: 060608 (tutti i giorni 9.00 – 19.00)

Mostra|Fotografia a cura di Chiara Sbarigia con Dario Dalla Lana

Catalogo Architetture inabitabili
Dario Dalla Lana, Chiara Sbarigia
248 p., 1° ed.

Editore: Marsilio Editori

G-66PL6CNJ8R