Intervista ad Antonio Calbi, Direttore Istituto Italiano di Cultura di Parigi

 

DI ROBERTA MELASECCA

In occasione dell’evento IOSONOVULNERABILE – fallire è una conquista, arte è amare l’errore, curato da Sergio Mario Illuminato e riconosciuto tra le Buone Pratiche Culturali della Regione Lazio, VULNERARTE MAGAZINE seguirà da oggi tutti i protagonisti di questa straordinaria iniziativa. L’evento, che si terrà dal 3 ottobre al 29 novembre 2024 presso l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, esplorerà la vulnerabilità umana attraverso una pratica performativa transdisciplinare che unisce artisti e creativi emergenti in un dialogo tra diverse forme espressive.

Intervista ad Antonio Calbi, Direttore Istituto Italiano di Cultura di Parigi: Cultura, Vulnerabilità e Inclusione a Parigi

Roberta Melasecca (R M): Direttore l’estate 2024 a Parigi è stata definita come l’estate dello sport. In che modo l’Istituto Italiano di Cultura ha celebrato questo evento attraverso il programma Passions Olympiques e come si collega alla vostra missione di promuovere una cultura inclusiva e accessibile?

Antonio Calbi (A C): L’estate a Parigi è stata davvero vibrante con le Olimpiadi e le Paralimpiadi, e noi dell’Istituto Italiano di Cultura abbiamo colto l’opportunità con il nostro programma Passions Olympiques. Questo palinsesto non è stato solo una celebrazione dello sport, ma anche un promemoria della sua bellezza intrinseca: una competizione pacifica che riflette valori di inclusione e unità. Lo sport, come la cultura, deve essere un terreno di incontro e di apertura. E anche se i giochi sono finiti, il nostro impegno per una cultura che abbatte barriere e accoglie tutti continua senza sosta.

R M:iosonovulnerabile‘ è un progetto che esplora la vulnerabilità attraverso diverse forme d’arte. Come pensi che questa iniziativa possa influenzare la percezione dell’arte e della cultura nel contesto attuale?

A C: ‘iosonovulnerabile’ è un progetto significativo che ci invita a riflettere sulla vulnerabilità umana, sia di chi crea sia di chi osserva. L’arte qui non è solo rappresentazione, ma anche una forma di dialogo e introspezione. Attraverso la fusione di arti visive, musica, cinema e danza, il progetto sfida il nostro modo di percepire e interagire con il mondo. In un contesto attuale segnato da conflitti e incertezze, questo progetto ci ricorda che la cultura è un mezzo per affrontare e comprendere la nostra condizione umana, e per costruire ponti tra le esperienze individuali e collettive.

R M: La pratica artistica di ‘iosonovulnerabile‘ si ispira anche al lavoro di artisti come Claudio Parmiggiani. Come questo incontro tra arte informale e concettuale arricchisce il panorama culturale dell’Istituto?

A C: Claudio Parmiggiani, con la sua opera che esplora l’assenza e il silenzio, offre una riflessione profonda sulla condizione umana. L’incontro tra ‘iosonovulnerabile‘ e Parmiggiani rappresenta una connessione tra l’arte concettuale e la nostra esplorazione della vulnerabilità. Questa interazione arricchisce il nostro panorama culturale, non solo presentando opere di grande valore artistico, ma anche invitando il pubblico a una contemplazione più profonda delle sue proprie esperienze e percezioni. È un dialogo continuo che ci spinge a guardare oltre e a riflettere su ciò che è essenziale e invisibile.

R M: Il programma dell’Istituto prevede anche una serie di iniziative che riflettono su temi di fragilità e giustizia. Qual è l’importanza di queste attività nella vostra missione e come pensate che possano influenzare il pubblico parigino?

A C: Le nostre iniziative, che spaziano dalle mostre fotografiche alle riflessioni teatrali e letterarie, sono progettate per stimolare una riflessione critica sulla condizione umana e sulle ingiustizie. Ogni evento, dalla riscoperta di Matera con Domenico Notarangelo al grido di indignazione di Anna Galiena, è un’occasione per esplorare e discutere le sfide del nostro tempo. Per noi, è fondamentale che la cultura sia un veicolo di formazione e crescita personale e collettiva. Vogliamo che il pubblico parigino non solo sperimenti l’arte, ma ne comprenda anche il potere trasformativo e il ruolo cruciale nella lotta contro le ingiustizie.

R M: In un contesto in cui l’arte contemporanea sta guadagnando sempre più attenzione, quale ruolo dovrebbero svolgere le istituzioni culturali nella promozione e valorizzazione di questo tipo di arte? Come pensa che l’Istituto possa contribuire a questo processo?

A C: L’arte contemporanea è una delle espressioni più vitali e provocatorie della nostra epoca. Le istituzioni culturali hanno il compito di sostenere e promuovere queste forme d’arte, non solo esponendo opere ma anche facilitando il dialogo tra artisti e pubblico. Questo significa creare spazi di confronto, incoraggiare la sperimentazione e offrire opportunità per una riflessione critica. L’Istituto Italiano di Cultura si impegna a essere un punto di riferimento per l’arte contemporanea, collaborando con artisti e curatori per presentare lavori che sfidano le convenzioni e stimolano nuove prospettive. Il nostro obiettivo è rendere l’arte contemporanea accessibile e significativa per tutti, riflettendo le sfide e le speranze del nostro tempo.

R M: Come vedi il futuro delle istituzioni culturali in un contesto globale sempre più complesso? E quali sono i progetti principali che l’Istituto Italiano di Cultura ha in serbo per continuare a promuovere la cultura e il dialogo interculturale?

A C: In un mondo sempre più interconnesso e complesso, le istituzioni culturali devono agire come punti di incontro e di riflessione, promuovendo dialoghi significativi e inclusivi. Noi stiamo lavorando su una serie di progetti che spaziano dalla valorizzazione del patrimonio culturale alla promozione di nuove voci artistiche. Vogliamo continuare a essere un faro di creatività e riflessione, offrendo al pubblico esperienze che stimolino la comprensione e l’empatia. Le nostre prossime iniziative includeranno una rassegna di opere cinematografiche che affrontano temi di giustizia sociale e diritti umani, oltre a collaborazioni con artisti emergenti per esplorare nuove forme di espressione culturale. Lavoreremo per garantire che la cultura rimanga un catalizzatore di cambiamento e di riflessione, in grado di affrontare le sfide globali con sensibilità e impegno.

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