Serge Gainsbourg, il flâneur rivoluzionario che trasformò Parigi in una sinfonia

DI SERGIO MARIO ILLUMINATO

Provocatore, artista e pensatore urbano: Serge Gainsbourg non è stato solo una delle voci più influenti della musica francese, ma un vero e proprio flâneur che ha saputo cogliere l’anima di Parigi, trasformandola in arte. A raccontarlo con passione è il libro A Parigi con Serge Gainsbourg. Sulle strade della rivoluzione con Jane Birkin di Flavia Capitani, un’opera che intreccia biografia, atmosfere cittadine e filosofia, regalando ai lettori un ritratto avvincente di un uomo e della sua epoca.

Seguendo le orme di Gainsbourg, Capitani ci trasporta nella Parigi bohemien del dopoguerra, dai cabaret fumosi della Rive Gauche ai vicoli di Pigalle. È qui che il giovane Serge, figlio di immigrati ebrei russi in fuga dalla rivoluzione bolscevica, cresce tra povertà e contraddizioni. Prima pittore, poi musicista per scelta, Gainsbourg emerge come un interprete della città moderna, capace di trasformare le sue strade, i suoi caffè e le sue rovine in ispirazione artistica.

La sua figura richiama il concetto di flâneur di Walter Benjamin: l’osservatore che si perde nei dettagli della metropoli, decifrando i codici di una modernità spesso alienante. Come Benjamin, Gainsbourg trova poesia nelle contraddizioni urbane e fa della sua Parigi un teatro di rivoluzione creativa.

L’arte di rompere le regole

Gainsbourg non si accontenta di osservare; come un esistenzialista contemporaneo di Sartre, vive e crea con un’urgenza che sfida le convenzioni. Rifiuta le aspettative borghesi, distrugge i suoi quadri e si dedica alla musica, che lui stesso definisce “un’arte minore”. Ma è proprio in questa “arte minore” che il suo genio esplode: con canzoni come J’ai t’aime… moi non plus, trasforma l’intimità in rivoluzione culturale, sfidando i tabù della società del tempo.

Flavia Capitani, nel suo libro, cattura perfettamente questa tensione tra libertà e provocazione, raccontando un Gainsbourg che incarna l’essenza dell’esistenzialismo: vivere autenticamente, anche a costo di scandalizzare e distruggere.

Un situazionista ante litteram

Accanto all’anima esistenzialista, Gainsbourg sembra abbracciare, inconsapevolmente, anche il pensiero situazionista di Guy Debord. Mentre Debord teorizzava la necessità di rompere con la società dello spettacolo, Gainsbourg lo faceva con la sua vita e la sua arte. Ogni sua provocazione era un gesto di rottura: dalla reinvenzione della musica francese alla relazione scandalosa con Jane Birkin, Serge sfidava continuamente i confini dell’accettabile, proponendo un’estetica che univa bellezza e dissacrazione.

Capitani ci restituisce questo spirito in modo vivido, portandoci nei luoghi in cui Gainsbourg ha costruito il suo mito: le notti nei club, le passeggiate nei quartieri poveri, la vita dietro le quinte della sua villa di Rue de Verneuil.

Parigi, Jane e l’eterno sublime

Il libro si concentra anche sull’intenso legame tra Gainsbourg e Jane Birkin, un sodalizio artistico e sentimentale che ha lasciato un segno profondo nella cultura del Novecento. La loro unione non è solo amore, ma una continua ricerca estetica e filosofica, un dialogo che riecheggia nei luoghi e nelle strade della città. Parigi, in questo senso, diventa più di uno sfondo: è un terzo protagonista, una musa che ispira e accoglie.

Gainsbourg e Birkin hanno trasformato la loro relazione in una performance artistica, un’eco della libertà rivoluzionaria di quegli anni. Capitani rende omaggio a questo rapporto con delicatezza, mostrando come abbia rappresentato non solo una rivoluzione culturale, ma anche una nuova idea di amore e collaborazione.

Un libro che celebra un’epoca e un uomo

A Parigi con Serge Gainsbourg non è una semplice biografia: è una flânerie letteraria che invita il lettore a passeggiare tra i vicoli e le epoche che hanno plasmato uno degli artisti più influenti del secolo scorso. Flavia Capitani riesce a intrecciare arte, filosofia e storia in un racconto coinvolgente, che lascia spazio all’immaginazione e al fascino irresistibile di Parigi.

Gainsbourg emerge come un genio poliedrico e un uomo fragile, capace di trasformare ogni momento della sua vita in un atto creativo. Proprio come Sartre, Debord e Benjamin, ha fatto della città e della modernità un laboratorio per ridefinire il concetto di arte e libertà.

Il libro di Capitani è un viaggio imperdibile per chi vuole riscoprire non solo Serge Gainsbourg, ma anche l’anima più autentica e rivoluzionaria di Parigi. Un’opera che celebra un uomo, un’epoca e una città, regalando una lettura che è insieme poetica e filosofica, nostalgica e attuale.

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